Klaus Voigt e la nuova storia dei profughi in Italia (un primo breve ricordo)

Klaus Voigt è nato il 2 novembre 1938 a Berlino ed è morto il 21 settembre 2021 a Berlino. E’ un amico al quale continuo a tenere molto.

Era uno storico che scriveva dopo aver ricercato i documenti, a largo raggio, e dopo averli analizzati, con compiutezza. Non è cosa usuale, tra coloro che si definiscono storici.

E’ stato il primo studioso che si è dedicato al tema degli ebrei stranieri immigrati e profughi nell’Italia fascista, in particolare di quelli tedeschi (e austriaci), o apolidi ex-tedeschi, dal 1933. Ha studiato anche gli immigrati e profughi non ebrei.

Dopo aver dedicato molti anni alla consultazione di archivi e all’esame di memorie e testimonianze, nel 1989 e nel 1993 pubblicò in tedesco i due volumi della grande opera Zuflucht auf Widerruf. Exil in Italien 1933-1945 (Voigt 1989, 1993a), tradotta in italiano nel 1993 e 1996 col titolo Il rifugio precario. Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945 (Voigt 1993b, 1996). Il primo volume si conclude alla vigilia dell’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il 10 giugno 1940.

Lui conosceva l’italiano e lo perfezionava in continuazione, ma scriveva in tedesco. I due volumi, così come quasi tutti i suoi scritti, sono stati tradotti con grande professionalità da Loredana Melissari.

La prima volta che Voigt presentò i risultati iniziali della ricerca, concernenti il periodo 1933-1940, fu forse in un’iniziativa del 1983 ad Osnabrück. La relazione (Exil in Italien Duldung und Verfolgung 1933–40) avrebbe dovuto essere edita negli atti previsti per il 1984 e dei quali lui stesso segnalò gli estremi in (Voigt 1985): Edith Böhne, Wolfgang Motzkau-Valeton (a cura di), Beiträge der “Woche der verbrannten Bücher” 1983 in Osnabrück, vol. II Aspekte des Exils, Lambert Schneider, Heidelberg. Voigt però non citava la paginazione. E in effetti quel volume non fu mai pubblicato.

Così il suo primo scritto sulla ricerca (Notizie statistiche sugli immigrati e profughi ebrei in Italia 1938-1945) fu pubblicato in italiano, nel novembre 1984, in un volume collettaneo su vari argomenti ebraici (Voigt 1984). Ad esso seguì nel febbraio 1985 un articolo in italiano (Gli emigrati in Italia dai paesi sotto la dominazione nazista: tollerati e perseguitati 1933-1940), che lui stesso definì la traduzione del summenzionato testo in tedesco (Voigt 1985). Il suo terzo scritto fu forse quello pubblicato in inglese nel 1987 ( Refuge and Persecution in Italy, 1933–1945), che costituì una nuova sintesi aggiornata (Voigt 1987).

Tre di questi quattro titoli contengono una coppia di definizioni opposte, sempre connesse da una “e” per segnalare la complessità della vicenda storica: Duldung und Verfolgung, tollerati e perseguitati, Refuge and Persecution. Va altresì notato che solo uno (Voigt 1984) si riferiva esplicitamente agli ebrei; ciò a mio parere perché il tema tedesco dell’”Exil” comprende i tedeschi non-ebrei. E nei volumi della grande opera, Voigt ha illustrato anche l’allineamento al nazismo della comunità tedesca in Italia, i rapporti italo-germanici relativi ai cittadini tedeschi, la produzione culturale di questi ultimi in Italia. Inoltre egli incluse nella trattazione dapprima i non-tedeschi provenienti dalla Germania, e poi anche gli ebrei di ogni nazionalità provenienti da altri Paesi europei (salvo forse quelli greci).

Voigt era attento alla precisione e alla complessità. Era allo stesso tempo ricercatore e organizzatore della ricerca; con ottimi risultati in entrambe le vesti.

Nel testo del 1985 egli utilizzò documenti conservati in vari fondi dell’Archivio centrale dello Stato di Roma, dell’Unione delle comunità israelitiche [poi: ebraiche] italiane, dell’American Jewish Joint Distribution Committee di New York, dei National Archives di Washington. L’Archivio del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano comparve nel testo del 1987. Ricordo che colsi come novità il suo utilizzo di documentazione statunitense. Su un altro campo, va osservato che lui fu il primo, nel testo del 1985, a menzionare il fondo dell’Archivio centrale dello Stato “R/G Rapporti con la polizia germanica 1936-1943” e il fatto che da metà 1939 le estradizioni in Italia e in Germania venivano concordate a Roma dall’addetto di polizia presso l’ambasciata tedesca Herbert Kappler (ho sempre ritenuto anomala la disattenzione storiografica italiana su questa parte della sua biografia).

Riguardo a questi suoi testi, ricordo che all’epoca tanti gli chiedevano interventi e contributi. Il fatto è che la vicenda storica che lui stava indagando era pressoché sconosciuta, in Italia e all’estero; come se non fosse logico che una persecuzione, di norma (quindi anche nell’Italia fascista), colpisca più duramente le persone di altra nazionalità, le quali quindi abbisognano di una più marcata attenzione storiografica.

Prima degli anni Ottanta, gli unici scritti dedicati interamente alla condizione degli ebrei stranieri nell’Italia antisemita erano brevissimi testi, a firma di Israel Kalk e di Frantz Hajek, contenuti in volumi pionieristici pubblicati dal Centro di documentazione ebraica contemporanea CDEC, o dalla Federazione giovanile ebraica d’Italia in accordo col CDEC, nel 1961 e 1963 (Kalk 1961; Hajek 1963). Questi due autori conoscevano direttamente quelle tematiche. Essi inoltre, come Klaus Voigt, non erano italiani; ciò costituisce un interessante indicatore dell’apertura alare della ricerca storiografica italiana di quei decenni.

Di Voigt vanno inoltre sottolineate la capacità di umanità, di empatia, con i “soggetti” della sua narrazione, e la lontananza da qualsiasi vittimismo. La sua era solidarietà, non pietismo: lui era un socialdemocratico berlinese. Nella sua scrittura, le vittime sono innanzitutto persone e la povertà è una condizione (negativa) dell’esistenza, prima che un parametro sociale: “A Milano il numero delle persone assistite costantemente nel marzo 1938 ancora non raggiungeva il 20% degli emigranti che vivevano in quella città. Dopo l’entrata in vigore del divieto di lavoro l’impoverimento crebbe rapidamente e raggiunse dimensioni spaventose. Le persone bisognose di assistenza erano ora la grande maggioranza” (Voigt 1993b, 367).

Nei tre decenni successivi alla grande opera, Klaus Voigt ha continuato a ricercare e pubblicare studi; il principale di questi è il volume sui giovani profughi ebrei giunti a Nonantola nel 1942-1943 (Voigt 2002a, 2002b). Queste mie poche righe però non intendono ripercorrere tutta la sua opera, bensì ricordare l’inizio e alcuni aspetti della ricerca sugli ebrei e gli altri immigrati e profughi in Italia. Intendono anche ricordare l’amico e lo storico, e sollecitare l’avvio di una riflessione storiografica.

Questa dovrà comprendere anche il suo grande impegno che sfocerà nella grande mostra su Rudolf Levy (Stettino 1875 – Auschwitz 1944), prevista agli Uffizi dal gennaio 2023. Levy fu arrestato a Firenze. Klaus Voigt ha voluto tenacemente questa mostra, e aveva concluso il suo saggio per il catalogo proprio alla vigilia del settembre 2021. Per quel mese aveva programmato un viaggio a Firenze, e mi aveva chiesto di accompagnarlo nella tratta italiana. Evidentemente non si sentiva sicuro. Aveva anche fatto a tempo a concordare tutte o quasi tutte le opere di Levy da esporre. Tra esse, vi è un dipinto per me particolare: Fiamma. Ritrae una ragazza di quei decenni, che ha sul tavolo libri, i quali pure appartengono a quell’epoca. Io la ‘conobbi’ in una mostra sugli artisti esuli e profughi, ideata e curata da lui e Wolfgang Henze, allestita nel 1995 a Milano e Berlino (Rifugio 1995), e la scelsi come immagine di copertina per il mio libro sulla persecuzione antiebraica in Italia, la cui prima edizione è del 2000 (Sarfatti 2000). Ricordo che Klaus mi chiese se ero davvero convinto di voler mettere un dipinto “tedesco” in copertina di un libro dedicato principalmente all’Italia, e che io risposi che Levy era uno di quegli ebrei stranieri in Italia di cui si è sempre parlato troppo poco. Pochi anni fa, quando lui mi chiese chi avrebbe potuto ospitare, a Firenze, la mostra su Levy che intendeva realizzare, gli suggerii di provare in alto, cioè gli Uffizi, dato l’impegno sulla Shoah mostrato dal suo conterraneo direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. Klaus ne parlò con Camilla Brunelli, che lo aiutò a trovare la strada. La proposta fu accolta. Quando infine, nel 2021, gli Uffizi gli chiesero suggerimenti su dipinti di Levy da acquistare in vista della mostra, lui propose anche Fiamma. Ora, questa giovane ragazza bionda che si riposa dallo studiare è divenuta un’espressione del legame tra Klaus e me, e della mia stima per lui. (Milano, 13 settembre 2022)



Hajek 1963 = Frantz Hajek, Appunti sugli ebrei stranieri in Italia durante la guerra, in Guido Valabrega (a cura di), Gli Ebrei in Italia durante il fascismo, Quaderni del Centro di documentazione ebraica contemporanea, n. 3, Milano 1963, pp. 153-157.

Kalk 1961= Israele Kalk,  I campi di concentramento italiani per ebrei profughi: Ferramonti Tarsia (Cosenza), in Gli Ebrei in Italia durante il fascismo, Quaderni della Federazione giovanile ebraica d’Italia, Torino 1961, pp. 63-71.

Rifugio 1995 = Rifugio precario. Zuflucht auf Widerruf. Artisti e intellettuali tedeschi in Italia 1933-1945. Deutsche Künstler und Wissenschaftler in Italien, Mazzotta, Milano 1995.

Sarfatti 2000 = Michele Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, Einaudi, Torino 2000 (ultima edizione 2018).

Voigt 1984 = Klaus Voigt, Notizie statistiche sugli immigrati e profughi ebrei in Italia (1938-1945), in Francesco Del Canuto (a cura di), Israel “Un decennio” 1974-1984. Numero unico dell’”Israel”. Saggi sull’Ebraismo italiano, Carucci, Roma 1984, pp. 407-420.

Voigt 1985 = Klaus Voigt, Gli emigrati in Italia dai paesi sotto la dominazione nazista: tollerati e perseguitati (1933-1940), in “Storia contemporanea. Anno XVI, n. 1 (febbraio 1985), pp. 45-87.

Voigt 1987 = Klaus Voigt, Refuge and Persecution in Italy, 1933–1945, transl. Martha Humphreys e Sybil Milton, in "Simon Wiesenthal Center Annual", 4 (1987), pp. 3-64.

Voigt 1989 = Klaus Voigt, Zuflucht auf Widerruf. Exil in Italien 1933-1945, vol. 1, Klett-Cotta, Stuttgart 1989.

Voigt 1993a = Klaus Voigt, Zuflucht auf Widerruf. Exil in Italien 1933-1945, vol. 2, Klett-Cotta, Stuttgart 1993.

Voigt 1993b = Klaus Voigt, Il rifugio precario. Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945, trad. Loredana Melissari, vol. 2, La Nuova Italia, Firenze 1993.

Voigt 1996 = Klaus Voigt, Il rifugio precario. Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945, trad. Loredana Melissari, vol. 2, La Nuova Italia, Firenze 1996.

Voigt 2002a = Klaus Voigt, Villa Emma. Jüdische Kinder auf der Flucht 1940-1945, Metropol, Berlin 2002.

Voigt, 2002b = Klaus Voigt, Villa Emma. Ragazzi ebrei in fuga 1940-1945, trad. Loredana Melissari, La Nuova Italia, Firenze 2002.

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