Rodolfo Siviero e la razzia dei beni della sinagoga di Firenze

La Repubblica sociale italiana (Rsi) emanò in novembre 1943 e gennaio 1944 varie norme per il sequestro immediato e la successiva confisca di tutti i beni degli ebrei e dei loro enti (Sarfatti 2007, 266-284; Commissione 2001, 92-107). A Firenze la loro attuazione fu affidata all’Ufficio affari ebraici, istituito dal capo della provincia Raffaele Manganiello e diretto dal commissario prefettizio Giovanni Martelloni (Baiardi 2007, 95-98).

Nel territorio della Rsi l’ordine fascista era imperniato su polizia, carabinieri (ora denominati Guardia nazionale repubblicana, Gnr) e altre forze legate più direttamente al partito fascista. Per quanto concerne queste ultime, a Firenze fu costituito un Reparto servizi speciali, comandato dal seniore della milizia Mario Carità, noto come “banda Carità” e responsabile di numerosi crimini (Baiardi 2007, 69-71).

Il 5 febbraio 1944 il capo della polizia della Rsi chiese a tutti i questori “quale sorte sia toccata alle opere d’arte (candelabri, codici d’importanza storica ecc.) che si trovavano nelle sinagoghe”. Il 16 febbraio il questore di Firenze rispose che “il commissario prefettizio agli Affari Ebraici per questa provincia provvedeva a fare ritirare, da detta sinagoga, alcune preziosissime pergamene e l’intera biblioteca, che venivano consegnate alla locale Sopraintendenza delle Belle Arti” (Sarfatti 2003, 378).

Come si vede, il questore non fece parola né del “ritiro” né della ricerca di argenti e altri arredi preziosi. Tuttavia proprio in quei giorni era casualmente iniziato l’iter che avrebbe portato alla loro individuazione e al loro sequestro.

Era accaduto che, essendo i beni degli ebrei divenuti di proprietà statale, il 4 febbraio 1944 un’agenzia di assicurazione comunicò all’Ufficio affari ebraici che la Comunità israelitica di Firenze non aveva pagato alla scadenza del 20 dicembre 1943 il premio annuale della polizza assicurativa sui propri beni mobili e immobili e che pertanto le garanzie assicurative erano state sospese. Il 7 febbraio Martelloni rispose che intendeva pagare il premio della polizza. Il 9 febbraio l’agenzia gli inviò copia della polizza originaria e della successiva polizza integrativa che era stata stipulata il 2 marzo 1943 (Ads-Fi, 4 febbraio 1944, 7 febbraio 1944, 9 febbraio 1944; anche Baiardi 2007, 120).

Secondo la polizza originaria, nei locali della sinagoga erano conservati argenterie e paramenti sacri di stoffa per un valore di 2.000.000 lire e bibbie manoscritte per un valore di 720.000 lire. L’integrazione del 2 marzo 1943 non modificava questi importi, ma precisava che gran parte degli oggetti (pari a oltre il 95% del valore totale) non era più depositata in sinagoga, bensì in due ville: quella di Augusto Chimichi a Fiesole e quella di Giorgio Forti nella campagna di Prato (Ads-Fi, 9 febbraio 1944). Possiamo ipotizzare che gli oggetti preziosi siano stati allontanati dalla città per metterli al sicuro dai bombardamenti aerei degli alleati. L’esistenza stessa della polizza integrativa attesta che si trattò di un trasferimento e non di un occultamento rispetto alla persecuzione statale (anche se gli oggetti furono comunque celati per evitare furti).

Il 22 e il 26 febbraio, grazie alle indicazioni contenute nell’integrazione e a ulteriori verifiche preliminari di polizia, Martelloni guidò personalmente le azioni di sequestro a Fiesole e Prato, prelevando complessivamente diciotto casse. Di ciò dette immediatamente notizia a Manganiello (Ads-Fi, 22 febbraio 1944, 26 febbraio 1944).  Nella prima lettera precisò che le casse erano state depositate “nelle camere blindate del locale Banco di Napoli, non avendo la Banca d’Italia possibilità di riceverle per mancanza di spazio”. Il 3 marzo inviò a Manganiello copia autentica dell’inventario notarile delle casse “eseguito a norma della vigente legge”, aggiungendo “[le] vedrei volentieri allontanate e prese in carico e consegna da un Ente Governativo onde sollevare a [sic] me ed il Banco di Napoli stesso di una troppo [sic] responsabilità” (Ads-Fi, 3 marzo 1944).

Martelloni fu accompagnato da militari della Squadra investigativa della Compagnia interna di Firenze della Legione territoriale carabinieri di Firenze della Gnr. Il comandante la compagnia era il capitano Francesco Ruiz. Egli non partecipò alle azioni, ma il 2 marzo 1944 ne inviò una breve sintesi a vari destinatari, tra cui il Ministero dell’interno e la prefettura di Firenze: i suoi sottoposti avevano agito “concerto commissario prefettizio affari ebraici Firenze et direttive superiori” (Acs, 2 marzo 1944; Ads-Fi, idem).

Per parte sua, Manganiello il 14 marzo riferì al capo della polizia della RSI che, successivamente alla relazione del questore del 16 febbraio, la Gnr aveva effettuato le due azioni di sequestro, “su personale indicazione del locale Commissario Prefettizio per gli Affari Ebraici” (Acs, 14 marzo 1944).

Tutti questi documenti sono coerenti e concatenati. E illustrano un’operazione svoltasi con logicità, secondo le finalità dell’epoca, nel pieno rispetto delle regole della Rsi, delle gerarchie e dei differenti ruoli dei vari attori. Lo stato fascista era venuto finalmente in possesso di una sua proprietà, che nella corrispondenza e sulla stampa venne denominata “il tesoro della sinagoga di Firenze” (Nazione, 29 febbraio 1944; Giornale nuovo, 11-12 marzo 1944). Per i protagonisti fu un bel successo. E, probabilmente, almeno la parte antisemita della popolazione cittadina iniziò a sperare in una sua ridistribuzione.

Una ricostruzione parzialmente diversa è contenuta in due lettere inviate il 5 e il 23 settembre 1946 al Ministero della pubblica istruzione e altri indirizzi da Rodolfo Siviero, precedentemente fascista e membro del Servizio Informazioni Militari (Bottari 2013; Cuzzi 2005, 342-345, 353), ora capo del definitivamente costituito Ufficio per il recupero delle opere d’arte e del materiale bibliografico (Rovati 2005, 292). In particolare nella seconda lettera Siviero così descrisse la razzia compiuta nella villa Forti a Prato: “Il luogo ove le casse trovavansi celate venne conosciuto dalle S.S. fasciste nei primi mesi dell’anno 1944 e la banda Carità fu incaricata di procedere al sequestro di tutto il complesso delle opere esistenti nella predetta villa Forti. Il servizio informazioni patrioti, di cui alla liberazione una sezione divenne Ufficio Recupero Opere d’Arte presso il Ministero della Guerra e la Commissione Alleata, venuto a conoscenza dell’imminente azione preordinata dalla banda Carità, avvertiva immediatamente della cosa il Capitano dei Carabinieri Ruiz, comandante la compagnia interna di Firenze ed appartenente allo stesso servizio informazioni, il quale a mezzo degli uomini della squadra investigativa dispose l’immediato sequestro di tutte le casse esistenti presso la villa Forti di Prato. Le casse furono trasportate a Firenze a cura dei carabinieri e depositate nella sede del Banco di Napoli”. (Acs, 23 settembre 1946). Questa ricostruzione fu sostanzialmente ripetuta dallo stesso Siviero in un brano diaristico scritto in data imprecisata e pubblicato dopo la sua morte: “Il capitano Francesco Ruiz provvedeva a controllare l’E.G.E.L.I. e le requisizioni delle proprietà degli ebrei. Il 23 febbraio 1944, ci fece sapere che il Ministero dell’Interno aveva ordinato il sequestro del tesoro della comunità israelitica di Firenze. Prima che l’ordine venisse trasmesso al maggiore Carità, comandante l’ufficio delle SS per la repressione dei patrioti, il capitano Ruiz fece sequestrare nella villa Forti di Prato tutto il materiale, depositandolo al Banco di Napoli di Firenze” (Siviero 1984, 37).

In sostanza, secondo Siviero, Ruiz avrebbe intrapreso un’iniziativa autonoma, voluta da patrioti che lavoravano per gli Alleati e quindi contro la Rsi, avente lo scopo di evitare una dannosa analoga iniziativa di Carità. L’azione avrebbe avuto luogo solo a Prato.

Ma i documenti attestano che fu Martelloni e non Carità (né il Ministero) a scoprire la localizzazione del “tesoro”. E che fu Martelloni e non Ruiz a decidere l’azione. E che fu Martelloni a scegliere il reparto di Ruiz, che effettuò entrambe le azioni. Inoltre – come già detto – nel febbraio 1944 tutti i beni di tutti gli ebrei erano ormai divenuti “beni statali ex-ebraici”; per cui il loro regolare sequestro costituiva un atto di patriottismo verso lo Stato lì allora esistente.

Sì, pare proprio che Siviero abbia narrato una storia diversa da quella accaduta. Anche in questo caso quindi valgono le perplessità sul suo racconto del passato espresse dalla biografa Francesca Bottari e da altri studiosi (Bottari 2013, 48, 80, 82, 115). Ora occorre indagare i motivi.


Riferimenti bibliografici e archivistici

Acs, 2 marzo 1944 – Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’interno, Direzione generale della pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, cat. G1, b. 80, fasc. 394, s.fasc. 35, comandante Compagnia interna di Firenze della Legione territoriale carabinieri di Firenze della Guardia nazionale repubblicana Francesco Ruiz a Ministero dell’interno, prefettura di Firenze, questura di Firenze e altri destinatari, 2 marzo 1944.

Acs, 14 marzo 1944 – Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’interno, Direzione generale della pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, cat. G1, b. 80, fasc. 394, s.fasc. 35, capo della provincia di Firenze Raffaele Manganiello a capo della polizia, 14 marzo 1944.

Acs, 5 settembre 1946 – Archivio centrale dello Stato, Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale antichità e belle arti, Divisione III 1929-1960, b. 309, capo Ufficio per il recupero delle opere d’arte e del materiale bibliografico Rodolfo Siviero a Ministero pubblica istruzione, Ministero dell’interno e altri destinatari, 23 settembre 1946

Acs, 23 settembre 1946 – Archivio centrale dello Stato, Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale antichità e belle arti, Divisione III 1929-1960, b. 309, capo Ufficio per il recupero delle opere d’arte e del materiale bibliografico Rodolfo Siviero a Ministero pubblica istruzione, Ministero dell’interno e altri destinatari, 5 settembre 1946.

Ads-Fi, 4 febbraio 1944 – Archivio di Stato di Firenze, Fondo Corte d’Assise Firenze, Anno 1950, Procedimento Martelloni, b. Pratiche 7. Martelloni 3° parte [la busta sarà inventariata e forse re-intitolata], fasc. I. Sinagoga, Agenzia principale RAS di Firenze a Ufficio affari ebraici – Prefettura di Firenze, 4 febbraio 1944.

Ads-Fi, 7 febbraio 1944 – Archivio di Stato di Firenze, Fondo Corte d’Assise Firenze, Anno 1950, Procedimento Martelloni, b. Pratiche 7. Martelloni 3° parte [la busta sarà inventariata e forse re-intitolata], fasc. I. Sinagoga, Ufficio affari ebraici – Prefettura di Firenze a Agenzia principale RAS di Firenze, 7 febbraio 1944.

Ads-Fi, 9 febbraio 1944 – Archivio di Stato di Firenze, Fondo Corte d’Assise Firenze, Anno 1950, Procedimento Martelloni, b. Pratiche 7. Martelloni 3° parte [la busta sarà inventariata e forse re-intitolata], fasc. I. Sinagoga, Agenzia principale RAS di Firenze a Ufficio affari ebraici – Prefettura di Firenze, 9 febbraio 1944; con allegate copie della polizza assicurativa principale e della polizza integrativa sui beni mobili e immobili della Comunità israelitica di Firenze.

Ads-Fi, 22 febbraio 1944 – Archivio di Stato di Firenze, Fondo Corte d’Assise Firenze, Anno 1950, Procedimento Martelloni, b. Pratiche 7. Martelloni 3° parte [la busta sarà inventariata e forse re-intitolata], fasc. I. Sinagoga, commissario prefettizio Ufficio affari ebraici a capo della provincia di Firenze, 22 febbraio 1944 (velina).

Ads-Fi, 26 febbraio 1944 – Archivio di Stato di Firenze, Fondo Corte d’Assise Firenze, Anno 1950, Procedimento Martelloni, b. Pratiche 7. Martelloni 3° parte [la busta sarà inventariata e forse re-intitolata], fasc. I. Sinagoga, commissario prefettizio Ufficio affari ebraici a capo della provincia di Firenze, 26 febbraio 1944 (velina).

Ads-Fi, 2 marzo 1944 – Archivio di Stato di Firenze, Fondo Corte d’Assise Firenze, Anno 1950, Procedimento Martelloni, b. Pratiche 7. Martelloni 3° parte [la busta sarà inventariata e forse re-intitolata], fasc. I. Sinagoga, comandante Compagnia interna di Firenze della Legione territoriale carabinieri di Firenze della Guardia nazionale repubblicana Francesco Ruiz a Ministero dell’interno, prefettura di Firenze, questura di Firenze e altri destinatari, 2 marzo 1944.

Ads-Fi, 3 marzo 1944 – Archivio di Stato di Firenze, Fondo Corte d’Assise Firenze, Anno 1950, Procedimento Martelloni, b. Pratiche 7. Martelloni 3° parte [la busta sarà inventariata e forse re-intitolata], fasc. I. Sinagoga, commissario prefettizio Ufficio affari ebraici a capo della provincia di Firenze, 3 marzo 1944 (velina).

Baiardi 2007 – Marta Baiardi, Persecuzioni antiebraiche a Firenze: razzie, arresti, delazioni, in Enzo Collotti (a cura di), Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI. Persecuzione, depredazione, deportazione (1943-1945), vol. I Saggi, Carocci, Roma 2007, pp. 45-140.

Bottari 2013 – Francesca Bottari, Rodolfo Siviero. Avventure e recuperi del più grande agente segreto dell’arte, Castelvecchi, Roma 2013.

Commissione 2001 – Commissione per la ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato in Italia le attività di acquisizione dei beni dei cittadini ebrei da parte di organismi pubblici e privati [Commissione Anselmi], Rapporto generale, Presidenza del Consiglio dei ministri, Roma 2001.

Cuzzi 2005 – Marco Cuzzi, L’Internazionale delle Camicie nere. I CAUR, Comitati d’azione per l’universalità di Roma 1933-1939, Mursia, Milano 2005.

Nazione, 29 febbraio 1944 – Il tesoro della sinagoga rinvenuto in una villa a Prato, “La nazione”, 29 febbraio 1944.

Nuovo giornale, 11-12 marzo 1944 – Come si è addivenuti al recupero del tesoro della Sinagoga fiorentina. Il sequestro di oggetti per un valore di oltre cento milioni, Il nuovo giornale, 11-12 marzo 1942.

Rovati 2005 – Federica Rovati, Italia 1945: il recupero delle opere d’arte trafugate dai tedeschi, in “ACME. Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano”, vol. LVIII, fasc. III, settembre-dicembre 2005, pp. 265-292; http://www.ledonline.it/acme, consultato il 2 dicembre 2016.

Sarfatti 2003 – Michele Sarfatti, Contro i libri e i documenti delle Comunità israelitiche italiane. 1938–1945, in “La rassegna mensile di Israel”, vol. LXIX, n. 2 (maggio–agosto 2003), pp. 369-385.

Sarfatti 2007 – Michele Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, 2° ed., Einaudi, Torino 2007.

Siviero 1984 – Rodolfo Siviero, L’Arte e il Nazismo. Esodo e ritorno delle opere d’arte italiane 1938-1963, a cura di Mario Ursino, Cantini, Firenze 1984.

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